mercoledì 10 novembre 2010

Playlist Episode 2

Porpellerheads - Crash!
OST Scarface - Bolivian Theme
Frank Zappa - Cosmik Debris
Back - Air n°3 in D major
The Police - Walking on the Moon
Seatbelts - Cat Blues
Pitura Fraska - Me Gusta la Cubista
Seatbelts - Waltz for Zizi
Giovanni Fusco - L'eclisse
The Coaster - Down in Mexico
Tecnorudy found a good Ableton sample
Seatbelts - Getaway
Prodigy - The Way It Is
Parts from "Paura e deliro a Las Vegas"
Keith Jarrett
Joe Cocker - She Come In Through the Bathroom Window
Ennio Morricone - For a Few Dollars More
Willie Rosario - Let's Boogaloo
Track by Tecnorudy

Bibliografia Episode 2

Stafford P. Enciclopedia Psichedelica, Cesco Campana Editore, Roma, 1979

De Ropp, R.S. Le droghe e la mente, Cesco Campana Editore, Roma, 1980

Julien, R.M. Droghe e farmaci psicoattivi, Zanichelli Editore, Bologna, 1997
 
Equine Vet J. Hordenine: pharmacology, pharmacokinetics and behavioural effects in the horse.
1990 Nov;22(6):437-41. Kentucky Equine Drug Research Program, Graduate Center in Toxicology, University of Kentucky, Lexington

Stuttervant, F.M. & Drill, V.A. "Effects of Mescaline in Laboratory Animals and the Influenceof Ataraxics on Mescaline Response", Proceeding of the Society of Experimental Biology and Medicine, 92:383-86, 1956

Castaneda, C.  The Teachings of Don Juan, University of California Press, 1969

Mitchel, S. W. "The Effects of Anhalonium Lewinii", British Medical Journal, 2:1625, 1896

Huxley, A. The Doors of Perception, New York: Harper and Brothers, 1954 

Episode 2 - Proprietà chimiche e effetti sul corpo umano del peyotl e della mescalina

"L'uomo bianco entra nella sua chiesa a parlare di gesù; l'indiano entra nella sua tenda e parla a Gesù"


 Cenni su peyotl e mescalina


Il Lophophora williamsii, meglio noto come peyote, è un cactus dal sapore disgustoso. E' una delle pochissime varietà di cactus senza spine e contiene una sessantina di alcaloidi diversi. Il nome peyotl, che in lingua Nahua significa "bozzolo del baco da seta", è derivato proprio dalla peluria lanuginosa che sta al posto delle spine.
Si possono individuare 2 parti del peyotl, la radice, con un bassissimo contenuto di alcaloidi e priva di mescalina, e il "bottone", la parte che emerge dalla terra, una specie di puntaspilli, diviso in lobi e privo appunto di spine.

L'alcaloide principale contenuto nel peyotl è la mescalina. Il nome mescalina ha creato e crea tutt'ora molta confusione: il principio attivo mescalina non ha niente a che fare con la pianta del mescal, un'agave messicana dalla quale si ricava il liquore "pulque" o il "Mezcal". La mescalina come principio attivo non ha niente a che fare nemmeno con il fagiolo mescal, altamente tossico, ma, che per curiosità, vive proprio nelle zone dove crescono i cactus del peyotl.
Il peyote viene mangiato fresco o essicato, oppure se ne fa un the mediante una semplice ebollizione in acqua. Come abbiamo detto, il peyote ha un gusto orribile, perciò si riscontrano nei sui consumatori innumerevoli modi di assumerlo evitando spiacevoli inconvenienti, come il vomito.
Alcuni lo mangiano inghiottendo velocemente piccoli pezzettini, altri, più fantasioni, come Richard Farina, mangiano il peyote con rum, panna e ghiaccio, tutto miscelato in un mixer.
Pochi, ma bisogna cmq dirlo, assumono il peyote secco: lo macinano e lo fumano con la marijuana.
La mescalina invece si presenta in cristalli dalle dimensioni di 6mm. I cristalli di solfato di mescalina, la forma più comune in cui si può trovare questo alcaloide, sono scheggie piccolissime, che si possono sciogliere in un liquido, rigorosamente non alcoolico, e venire assunte per via orale.

Effetti del peyote e della mescalina

Parliamo delle componenti chimiche del peyote e il suo principio attivo principale, la mescalina.
Partiamo dal peyote che come detto contiene molti alcaloidi oltre alla mescalina.
Nel peyote ci sono almeno 40 principi attivi che sono riconducibili alla famiglia delle beta-fenetilammine, presenti in molti cibi come il cioccolato o i formaggi. Altri sono stricnino-simili.
Uno dei più interessanti è la Peyotina o peyocactina: stimolante, antibiotico e antibatterico, resistente persino a 18 ceppi di stafilococco resistenti alla pennicillina.
Secondo uno studio condotto dall'Univertà del Kentuky del 1990, i cavalli trattati con peyotina hanno accelerato il loro battito cardiaco e il ritmo della respirazione, ma non hanno subito nessuno stato depressivo o di astinenza post-test.
La mescalina è uno psichedelico catecolaminico che agisce sul sistema nervoso centrale. La mescalina cambia il modo in cui viene trasmessa la serotonina, neurotrasmettitore che è principalmente coivolto nella regolazione dell'umore.
Molti si sono posti il problema di come la mescalina agisca sull'ornanismo umano per provocare gli stati allucinatori.
Gli studi di Quastel e Wheatley hanno mostrato che la mescalina interferisce coi processi di ossidazione in frammenti di tessuto celebrale. Ma questi test sono stati fatti in provetta e non su un cervello di un essere umano vivo.
Block e Patzig, due scienziati tedeschi, hanno invece marcato con un atomo di carbonio radioattivo la mescalina e l'hanno seguita attraverso tutto il suo percorso nel corpo umano, scoprendo che si depositava nel fegato e pochissimo nel cervello. Questo li portò a teorizzare che il fegato, attaccato dalla mescalina, sintetizzasse in risposta un'altra sostanza e che questa provocasse le allucinazioni.
Per finire la nostra carrellata di test ed esperimenti, vi propongo quello di Stutervant e Drill: sti burloni inniettarono direttamente la mescalina nel cervello dei gatti, oltrepassando così la barriera chimica sangue-cervello. Gli effetti furono drammatici per i poveri micetti: iniziarono a defecare quasi subito, vomirarono ed emisero saliva..non riuscirnono nemmeno a mangiare il topolino che correva in mezzo alle loro gambe talmente erano distrutti dall'esperienza.
Restano ancora dubbi su come agisca la mescalina sul nostro organismo, di sicura però sappiamo che passi per il fegato e che poi venga espulsa dai reni.

I primi principi attivi del peyote, che agiscono una volta ingerito, sono i principi attivi stricninosimili.
Sono loro a provocare le sensazioni di nausea e vomito.
Poi aginscono i principi attivi della famiglia della beta-fenetilammine, come la mescalina, che provocano lo stato allucinatorio.
La mescalina provoca in chi la assume la scomparsa delle sensazioni di fame e stanchezza.
La mescalina provoca distorsioni delle sensazioni sensoriali, sensazione di essere fuori dal tempo, alterazione nella percezione dei colori, del suono e delle forme, allucinazioni complesse e sinestesia, alterazione dell'umore, tremori.
Dopo l'ingestione del peyote si ha infatti aumento del battito cardiaco e pressione del sangue. La modifazione più evidente è la dilatazione delle pupille.
Come abbiamo detto, la mescalina viene elaborata dal fegato prima essere espulsa dai reni. Questo destò molta preoccupazione negli anni '50, perchè la mescalina veniva usata per curare gli alcolistiche, come ben si sa, soffrono di malattie del fegato come l'epatite. Ma anche in quei casi limite, la mescalina provocò pochissimi disturbi.
La mescalina non da dipendenza fisica, in quanto è provato che gli indiani che l'hanno consumata per anni attraverso il peyote possono reggere l'astinenza. Non si devono escludere dipendenze psicologiche rispetto alla sostanza, in casi rari può portare all'annoressia per brevi periodi. Ma nessun effetto a medio-lungo termine sul fegato, organo su qui cade il compito di inattivare la mescalina.

L'esperienza di Castaneda

Ora che abbiamo dato una definizione più chiara di cosa sono il peyote e la mescalina, vi propongo la lettura di un'esperienza, fatta dall'antropologo Castaneda. Castaneda nel 1960 conobbe in Arizona un messicano appartenente alla tribù degli Yaqui. Questo strano personaggio si chiamava don Juan. Don Juan era una specie di stregone e un officiante di cerimonia nel rituale del peyote. Introdusse Castaneda in un mondo a lui fino a quel momento oscuro, dove il suo nuovo Gran Maestro sarebbe stato il peyote. Una notte Castaneda, sotto la supervisione di Don Juan, mangiò quattordici bottoni di peyote...e incontrò lo spirito del peyote..Mescalito...


Sinestesia, visioni che diventano suoni e viceversa, mentre guardi il Mescalito che ti mette faccia a faccia con te stesso...


L'esperienza di Weir Mitchel

verso la fine del 1800 peyote già circolava tra gli studiosi americani ed europei. La prima esperienza sull'effetto del peyote, fuori da cerimonie o preparazioni, fu descritta da Silas Weir Mitchel. Il medico americano prese diversi grammi di peyote in due trance, mattina e pomeriggio. Alle 17,40 di un bel giorno del 1896, adagiò in una stanza buia e questo è quello che vide.



Colori vividissimi, Torri gotiche sotto le palpebre chiuse..Visioni spettacolari, niente viaggi interiori, niente pianti, niente te stesso...solo uno spettacolo indescrivibile..incredibile..

L'esperienza di Aldous Huxley

La traformazione di semplici cose e la vivacità dei colori venne descritta anche dal famosissimo scrittore Aldous Huxley. Incuriosito da questa droga e dalle sue proprietà, decise di provarla nella sua forma sintetizzata, il solfato di mescalina. Egli non vide solo colori accesi o forme strane, Huxley riuscì a contemplare, secondo lui, la vera essenza di ciò che stava vedendo...
di fronte ad un vaso che conteneva un iris, un garofano ed una rosa, visti con la precezione modificata della mescalina per lui era...




Comprensione forse di ciò che ci sta attorno, sinestesie, profumi che forse non esistono realmente, ma comunque nessuna voce guida...nessuna profonda introspezione.
In più non tutti provando la mescalina o il peyote al di fuori del rituale ebbero un Nice trip..alcuni, come un poeta amico del medico Harvelous Ellis, ebbero nausea e vomito assumendo il peyote e questo comportò una grave distorsione del viaggio allucinatorio, fino ad arrivare letteralmente, per citare ancora Huxley, a vedere solo inferno e purgatorio.


Conclusioni e riflessioni

Dopo aver esposto queste 3 esperienze, emerge una tesi inconfutabile: lo stesso principio attivo, la mescalina in questo caso, assunto in diverse modalità e in diverse situazioni causa effetti psicofisici completamente differenti.
Per capire meglio dove Have a Nice Trip! oggi vuole portarvi, 2 domande e 2 risposte.
La prima: la mescalina è un allucinogeno? Sì, molto particolare. Sarebbe meglio chiamarla sostanza psichedelica, perché altera la percezione sensoriale e “espande la mente”.
La seconda domanda: Il peyote, il cactus il cui principio attivo principale è la mescalina, è anch’esso un allucinogeno o una sostanza psichedelica? La risposta più corretta a questa domanda non è sì e nemmeno no. Il peyote è semplicemente un’altra cosa, inclassificabile con criteri qualitativi che descrivano un effetto di una sostanza.
All’interno di un rituale, il consumo del peyote provoca in chi lo assume un’esperienza completamente diversa rispetto al suo consumo in altri contesti e in altre modalità, come assumenre la mescalina pura.
 L’esperienza di Castaneda, la prima che abbiamo letto, quella in cui lui vede e sente il Mescalito prendendo il peyote all’interno del rituale, è originale rispetto alle altre esperienze che vi abbiamo esposto oggi.
Anche Castaneda, durante il suo trip, ha visto cose che non esistono nella realtà fisica, come Mitchel e Huxley. Che appartengono ad una realtà mentale, forse addirittura una realtà spirituale, lontanissima da quella captabile con i nostri classici 5 sensi, o meglio, dall’uso abituale che facciamo dei nostri 5 sensi.
L’originalità dell’esperienza di Castaneda non sta solamente nel vedere se stesso nel viaggio psichedelico, o nella rivelazione personale data dal Mescalito. L’originalità del trip sta nell’interazione con il trip stesso, cioè dalla partecipazione concreta di Castaneda nell’esperienza del viaggio. Al contrario, Huxley e Mitchel descrivono la loro esperienza come una pura contemplazione, una profondissima contemplazione davanti ad uno spettacolo incredibile.
E’ su questa cosa che Have a Nice Trip oggi vuole farvi riflettere.
L’interazione è l’originalità e la completezza di un viaggio psichedelico, una costruzione di una realtà in cui il viaggiatore è attore principale e non è solo un passivo spettatore di una bellissima rappresentazione.
Il rituale porta l’esperienza di viaggio su altro piano rispetto a quella che avviene fuori da esso.
Può sorgere un dubbio. La mescalina allora non apre le porte della percezione come suggerisce Huxley? Sì, la mescalina apre le porte della percezione, una percezione della realtà diversa da quella abituale, ma come le aprono l’LSD, la ketamina, le metamfetamine, la marijuana, la coca, l’oppio, l’eroina, ma anche il caffè, l’alcool e la nicotina…potrei andare avanti all’infinito.
Il punto principale che non dobbiamo mai perdere di vista è l’importanza delle modalità di assunzione dei principi attivi perché determinano la qualità del trip.

mercoledì 3 novembre 2010

Playlist Episode 1

Blue frog - Enrico Simonetti Orchestra
Mexican Song - Unknown
Chaser - Pietro Umiliani
Peace Frog - The Doors
Be Quite - Unknown
Peyote Song - Unknown
Bem Bem Maria - Gipsy Kings
Ternuras - Gipsy Kings
Hey, Tonight - Creedence Clearwater Revival
John Butler Trio - Ocean
After Dark - Tito & Tarantula

Bibliografia Episode 1

Marriot, A. and Rachlin, C.K. Peyote, New York: Thomas Y. Crowell Co., 1971

Erdoes, R. and Ortiz, A. (cur.) Miti e leggende degli Indiani d’America, Edizioni Paoline, Milano, pp. 117-121, 1989

Brandt, S. "Native American Church Meeting", Psychedelic Review, 9:21, 1967

Stafford P. Enciclopedia Psichedelica, Cesco Campana Editore, Roma, 1979

De Ropp, R.S. Le droghe e la mente, Cesco Campana Editore, Roma, 1980

Julien, R.M. Droghe e farmaci psicoattivi, Zanichelli Editore, Bologna, 1997

Il sito di Giorgio Samorini http://samorini.it/site/

Episode 1 - Il Peyotl: origini, miti e ritualità

Cenni storico-geografici


In questa prima puntata parleremo dell'origine, della mitologia e della ritualità legata alla lophophora williamsii, altrimenti nota come peyote. L'habitat di questo piccolo cactus è circoscritto a una parte del territorio dove scorre il Rio Grande, precisamente dal deserto del Chiuahua nel Messico nord-orientale, al deserto Texano, fino alla città di Corpus Christi. L'avvento dei conquistadores spagnoli nel 1500 portò alla luce l'utilizzo di questa pianta presso Cicimechi, Toltechi e Aztechi, ma non si hanno documentazioni prodotte da queste popolazioni poiché Cortes le distrusse tutte. I Conquistadores e la chiesa cattolica cominciarono a vietarne l'uso, i primi perché erano spaventati dagli effetti euforici che il peyote provocava nei suoi consumatori, i secondi, nel 1620 perché, videro che l'uso che ne veniva fatto era pericolosamente simile a quello dell'ostia eucaristica nelle celebrazioni cattoliche. Ma il vero contatto tra gli Americani-Europei e il peyotl si ebbe nel momento in cui il suo uso si riscontrò negli indiani del Nord America, più precisamente dopo la guerra di secessione.




La più diffusa leggenda sul Peyotl
Disponiamo di una serie di leggende diffuse fra diverse tribù indiane che raccontano in che modo la pianta dal terribile sapore sia stata assaggiata per la prima volta. Molti bianchi sostengono che questo evento si sia verificato allorché qualche membro della tribù, rimasto separato dalla sua gente, e ridotto alla fame, sia stato alla fine spinto, per disperazione a mangiare questo amarissimo cactus.
Le leggende indiane narrano invece che la scoperta sia stata donata a qualcuno che, privo di forze e in fin di vita, udì una voce ordinargli di mangiare la pianta e di portarla anche alla sua tribù, come talismano divino di coraggio e pace.

I Tarahuamari, gli Yaqui e gli Otomi del deserto e delle montagne della Sonora settentrionale sono le popolazioni il cui nome è a noi più noto. E' difficile dire da quale di questi gruppi derivi originariamente la storia, giacchè a tutt'oggi ciascuno di essi la racconta. Deve essere loro pervenuta dal sud, poichè è raccontata dai popoli Aztechi della Grande Vallata Centrale.
La rivelazione venne ad una donna. Si era perduta dalla sua gente. Era rimasta dietro il gruppo di uomini che cacciavano e di donne che raccoglievano radici, e aveva partorito.
Se il gruppo si fosse trovato nel villaggio-base, altre donne avrebbero accudito la madre e l'infante. Ma lei era sola. Tagliò il cordone ombelicale con un coltello di pietra e giacque senza aiuto sotto le fronde di un basso arbusto, osservando gli avvoltoi già radunarsi sopra la sua testa.
Da questa desolazione e terrore, la donna udì levarsi una voce che le parlò. "Mangia la pianta che cresce vicino a te" disse. "Essa è vita e benedizione per te e tutta la tua gente".
Debolmente la donna volse la testa verso la terra. L'unica pianta in vista oltre all'arbusto, era un piccolo cactus, privo di spine e la sua testa era divisa in lobi. La donna strappò il cactus e ne mangiò la testa.
Le forze le ritornarono immediatamente. Sollevò l'infante al seno che stava riempiendosi e lo nutrì. Poi, dopo aver raccolto quanti più cactus potesse trovare e trasportare, si alzò e si mise in cammino.
Qualcosa di meraviglioso doveva guidarla, poichè a sera aveva raggiunto il gruppo della sua gente.
La donna portò le piante allo zio. "Questa è una vera benedizione"disse lo zio dopo aver sentito la storia della donna "Dobbiamo darla a tutta la gente".
Brano tratto dal libro “Peyote” di A. Marriott e C.K. Rachlin, 1971


Altre leggende sul Peyotl
R. ERDOES & A. ORTIZ (cur.), 1989, Miti e leggende degli Indiani d’America, Edizioni Paoline, Milano, pp. 117-121.
Questi autori espongono la leggenda del peyotl in maniera un pò diversa:
  1. la prima differenza sta nella protagonista: non più una donna incinta, ma una vecchia, accompagnata dalla nipotina, che parte alla ricerca di un'erba sacra per salvare la sua gente. Parte di sua spontanea volontà. La ricerca è una necessità e non più una semplicissima rivelazione. Di fondo c'è l'intento di salvare il popolo.
  2. La voce che parla alla vecchia non è più una voce proveniente dal nulla, in questa leggenda proviene da una figura di un uomo che ondeggia in aria davanti a lei e alla nipotina.
  3. Il peyote non viene visto solo come una benedizione dagli abitanti del villaggio, ma come una vera e propria cura per i loro mali.

Quindi alle proprietà divine e salvifiche per l'anima, si aggiungono informazioni su capacità curative quasi miracolose del peyotl. Sembra quindi che non tragga vantaggio solo la spiritualità nell'assunzione del peyote ma anche la salute legata al corpo umano, una salute più materiale.
Come vedremo poi, tutta questa salute dell'anima e del corpo è forzatamente legata al rito che accompagna l'assunzione di questo cactus.
Vi invito a leggere questo brano per intero, personalmente lo ritengo molto interessante.
Sempre nel sito troverete altre bellissime leggende che riguardano il peyotl.

Rituale - Le figure chiave

Ora passiamo alla presentazione delle quattro figure più importanti del rituale del peyotl.
L'uomo della Via non è uno stregone. Quello che lui ha è autorità; l'amministrazione è il suo compito. Conosce per esperienza come si deve condurre la cerimonia, conosce tutto quanto avviene nella seduta. Lui è il responsabile del mantenimento della giusta via. Come una lente, lui non produce energia, ma in trasparenza la mette a fuoco e la dirige. Le sue doti sono esperienza, umiltà e chiarezza.
Il compito dell'uomo del Cedro è amorevole. Il fumo di cedro che lui fa sollevare dispensa benedizioni. Spesso dà voce o applica gli ordini dell'Uomo della Via nella conduzione della seduta. Lui è il portavoce nell'ambito della cerimonia.
L'uomo del Fuoco è la forza. Siede dall'altra parte del fuoco di fronte all'Uomo della via, faccia a faccia. Sorveglia la porta, pulisce l'altare e assiste chi ha bisogno. Infaticabile, l'Uomo del Fuoco si occupa di tutte le cose. Quando si formano i carboni del fuoco, lui li spazza e forma un secondo altare. E' su questo che viene sparso l'incenso di cedro.
L'Uomo del Tamburo, infine, sorveglia il battito del cuore della cerimonia.

Tratto da Psychedelic Review di Stewart Brandt, Native American Church Meeting, 1967


Rituale - La descrizione
Il rituale ha inizio al tramonto.
Un uomo si muove con un bastone intorno al cerchio formato da tutti i partecipanti al rituale. Tutti toccano il bastone, mentre lui canta e prega a voce alta. E' lui il protagonista del rito, il bastone è come un microfono, per intenderci. Ad un certo punto cede il bastone ad un altro uomo, canta e prega anche lui, poi lo cede ad un altro, e via così. Durante tutto questo, avviene l'assunzione dei bottoni di peyotl. La parte centrale del peyotl, seccata o anche fresca, dipende dallo specifico rituale di ogni tribù. Si canta e si prega tutta la notte.
Un particolare interessante avviene mentre sta sorgendo l'alba. Viene richiesta dall'Uomo della Via la presenza di una donna, chiamata donna del peyote, che porta acqua, granturco, frutta e carne senza ossa, una colazione insomma.
La presenza della donna è importantissima, in quanto rappresenta un richiamo diretto alla leggenda del peyotl.

Conclusioni

E' strano come la presenza delle donne nel rituale sia limitata solo alla comunque importante figura della donna del peyotl. Stewart Brandt prova a spiegarlo in questi termini: "Solo di rado una donna afferra il bastone per dire qualcosa, quasi mai per cantare. Una delle opinioni circa questo costume così difficile per i bianchi è che le donne posseggono il sapere, perciò hanno meno da dire."
Dalle conclusioni di Brandt si trae che il vero sapere è raggiungibile solo attraverso l'assunzione del peyotl e che le donne vengono indentificate tutte come detentrici di questo sapere, in linea con la leggenda dell'origine del peyotl che vedeva proprio nella donna la mitica e mistica salvatrice del proprio popolo.
Pare che la sua assunzione non sia una cosa da prendere così alla leggera. Addirittura sembra che il significato della sua assunzione risieda proprio nel fatto di ritualizzarla. Evitando di uscire da quegli schemi della cultura degli indiani che ne fanno uso.
Dalla lettura di questi brani, il peyotl sembra essere la chiave un sapere legato in modo imprescindibile alla sua leggenda e al corrispondente rituale. Banale, direte voi, invece no. E' una delle poche piante che contengono sostanze psicotrope la cui ritualità rimane ancor oggi così fortemente legata alla sua assunzione.

Puntata a cura di Milton per Have a Nice Trip!

Puntata dedicata a Rino, nonno di Ilvia, che oggi è mancato...
Rino ci ha lasciato un insegnamento: nella vita, con l'impegno, la forza di volontà e senza mai perdersi d'animo, si ottiene tutto ciò che si desidera!
Ciao Rino

Blue Frog - Enrico Simonetti Orchestra (1975)

http://www.youtube.com/watch?v=txcaCImgj-I

La mitica sigla di "Have a Nice Trip!"