"L'uomo bianco entra nella sua chiesa a parlare di gesù; l'indiano entra nella sua tenda e parla a Gesù"
Cenni su peyotl e mescalina
Il Lophophora williamsii, meglio noto come peyote, è un cactus dal sapore disgustoso. E' una delle pochissime varietà di cactus senza spine e contiene una sessantina di alcaloidi diversi. Il nome peyotl, che in lingua Nahua significa "bozzolo del baco da seta", è derivato proprio dalla peluria lanuginosa che sta al posto delle spine.
Si possono individuare 2 parti del peyotl, la radice, con un bassissimo contenuto di alcaloidi e priva di mescalina, e il "bottone", la parte che emerge dalla terra, una specie di puntaspilli, diviso in lobi e privo appunto di spine.
L'alcaloide principale contenuto nel peyotl è la mescalina. Il nome mescalina ha creato e crea tutt'ora molta confusione: il principio attivo mescalina non ha niente a che fare con la pianta del mescal, un'agave messicana dalla quale si ricava il liquore "pulque" o il "Mezcal". La mescalina come principio attivo non ha niente a che fare nemmeno con il fagiolo mescal, altamente tossico, ma, che per curiosità, vive proprio nelle zone dove crescono i cactus del peyotl.
Il peyote viene mangiato fresco o essicato, oppure se ne fa un the mediante una semplice ebollizione in acqua. Come abbiamo detto, il peyote ha un gusto orribile, perciò si riscontrano nei sui consumatori innumerevoli modi di assumerlo evitando spiacevoli inconvenienti, come il vomito.
Alcuni lo mangiano inghiottendo velocemente piccoli pezzettini, altri, più fantasioni, come Richard Farina, mangiano il peyote con rum, panna e ghiaccio, tutto miscelato in un mixer.
Pochi, ma bisogna cmq dirlo, assumono il peyote secco: lo macinano e lo fumano con la marijuana.
La mescalina invece si presenta in cristalli dalle dimensioni di 6mm. I cristalli di solfato di mescalina, la forma più comune in cui si può trovare questo alcaloide, sono scheggie piccolissime, che si possono sciogliere in un liquido, rigorosamente non alcoolico, e venire assunte per via orale.
Effetti del peyote e della mescalina
Parliamo delle componenti chimiche del peyote e il suo principio attivo principale, la mescalina.
Partiamo dal peyote che come detto contiene molti alcaloidi oltre alla mescalina.
Nel peyote ci sono almeno 40 principi attivi che sono riconducibili alla famiglia delle beta-fenetilammine, presenti in molti cibi come il cioccolato o i formaggi. Altri sono stricnino-simili.
Uno dei più interessanti è la Peyotina o peyocactina: stimolante, antibiotico e antibatterico, resistente persino a 18 ceppi di stafilococco resistenti alla pennicillina.
Secondo uno studio condotto dall'Univertà del Kentuky del 1990, i cavalli trattati con peyotina hanno accelerato il loro battito cardiaco e il ritmo della respirazione, ma non hanno subito nessuno stato depressivo o di astinenza post-test.
La mescalina è uno psichedelico catecolaminico che agisce sul sistema nervoso centrale. La mescalina cambia il modo in cui viene trasmessa la serotonina, neurotrasmettitore che è principalmente coivolto nella regolazione dell'umore.
Molti si sono posti il problema di come la mescalina agisca sull'ornanismo umano per provocare gli stati allucinatori.
Gli studi di Quastel e Wheatley hanno mostrato che la mescalina interferisce coi processi di ossidazione in frammenti di tessuto celebrale. Ma questi test sono stati fatti in provetta e non su un cervello di un essere umano vivo.
Block e Patzig, due scienziati tedeschi, hanno invece marcato con un atomo di carbonio radioattivo la mescalina e l'hanno seguita attraverso tutto il suo percorso nel corpo umano, scoprendo che si depositava nel fegato e pochissimo nel cervello. Questo li portò a teorizzare che il fegato, attaccato dalla mescalina, sintetizzasse in risposta un'altra sostanza e che questa provocasse le allucinazioni.
Per finire la nostra carrellata di test ed esperimenti, vi propongo quello di Stutervant e Drill: sti burloni inniettarono direttamente la mescalina nel cervello dei gatti, oltrepassando così la barriera chimica sangue-cervello. Gli effetti furono drammatici per i poveri micetti: iniziarono a defecare quasi subito, vomirarono ed emisero saliva..non riuscirnono nemmeno a mangiare il topolino che correva in mezzo alle loro gambe talmente erano distrutti dall'esperienza.
Restano ancora dubbi su come agisca la mescalina sul nostro organismo, di sicura però sappiamo che passi per il fegato e che poi venga espulsa dai reni.
I primi principi attivi del peyote, che agiscono una volta ingerito, sono i principi attivi stricninosimili.
Sono loro a provocare le sensazioni di nausea e vomito.
Poi aginscono i principi attivi della famiglia della beta-fenetilammine, come la mescalina, che provocano lo stato allucinatorio.
La mescalina provoca in chi la assume la scomparsa delle sensazioni di fame e stanchezza.
La mescalina provoca distorsioni delle sensazioni sensoriali, sensazione di essere fuori dal tempo, alterazione nella percezione dei colori, del suono e delle forme, allucinazioni complesse e sinestesia, alterazione dell'umore, tremori.
Dopo l'ingestione del peyote si ha infatti aumento del battito cardiaco e pressione del sangue. La modifazione più evidente è la dilatazione delle pupille.
Come abbiamo detto, la mescalina viene elaborata dal fegato prima essere espulsa dai reni. Questo destò molta preoccupazione negli anni '50, perchè la mescalina veniva usata per curare gli alcolistiche, come ben si sa, soffrono di malattie del fegato come l'epatite. Ma anche in quei casi limite, la mescalina provocò pochissimi disturbi.
La mescalina non da dipendenza fisica, in quanto è provato che gli indiani che l'hanno consumata per anni attraverso il peyote possono reggere l'astinenza. Non si devono escludere dipendenze psicologiche rispetto alla sostanza, in casi rari può portare all'annoressia per brevi periodi. Ma nessun effetto a medio-lungo termine sul fegato, organo su qui cade il compito di inattivare la mescalina.
L'esperienza di Castaneda
Ora che abbiamo dato una definizione più chiara di cosa sono il peyote e la mescalina, vi propongo la lettura di un'esperienza, fatta dall'antropologo Castaneda. Castaneda nel 1960 conobbe in Arizona un messicano appartenente alla tribù degli Yaqui. Questo strano personaggio si chiamava don Juan. Don Juan era una specie di stregone e un officiante di cerimonia nel rituale del peyote. Introdusse Castaneda in un mondo a lui fino a quel momento oscuro, dove il suo nuovo Gran Maestro sarebbe stato il peyote. Una notte Castaneda, sotto la supervisione di Don Juan, mangiò quattordici bottoni di peyote...e incontrò lo spirito del peyote..Mescalito...
Sinestesia, visioni che diventano suoni e viceversa, mentre guardi il Mescalito che ti mette faccia a faccia con te stesso...
L'esperienza di Weir Mitchel
verso la fine del 1800 peyote già circolava tra gli studiosi americani ed europei. La prima esperienza sull'effetto del peyote, fuori da cerimonie o preparazioni, fu descritta da Silas Weir Mitchel. Il medico americano prese diversi grammi di peyote in due trance, mattina e pomeriggio. Alle 17,40 di un bel giorno del 1896, adagiò in una stanza buia e questo è quello che vide.
Colori vividissimi, Torri gotiche sotto le palpebre chiuse..Visioni spettacolari, niente viaggi interiori, niente pianti, niente te stesso...solo uno spettacolo indescrivibile..incredibile..
L'esperienza di Aldous Huxley
La traformazione di semplici cose e la vivacità dei colori venne descritta anche dal famosissimo scrittore Aldous Huxley. Incuriosito da questa droga e dalle sue proprietà, decise di provarla nella sua forma sintetizzata, il solfato di mescalina. Egli non vide solo colori accesi o forme strane, Huxley riuscì a contemplare, secondo lui, la vera essenza di ciò che stava vedendo...
di fronte ad un vaso che conteneva un iris, un garofano ed una rosa, visti con la precezione modificata della mescalina per lui era...
Comprensione forse di ciò che ci sta attorno, sinestesie, profumi che forse non esistono realmente, ma comunque nessuna voce guida...nessuna profonda introspezione.
In più non tutti provando la mescalina o il peyote al di fuori del rituale ebbero un Nice trip..alcuni, come un poeta amico del medico Harvelous Ellis, ebbero nausea e vomito assumendo il peyote e questo comportò una grave distorsione del viaggio allucinatorio, fino ad arrivare letteralmente, per citare ancora Huxley, a vedere solo inferno e purgatorio.
Conclusioni e riflessioni
Dopo aver esposto queste 3 esperienze, emerge una tesi inconfutabile: lo stesso principio attivo, la mescalina in questo caso, assunto in diverse modalità e in diverse situazioni causa effetti psicofisici completamente differenti.
Per capire meglio dove Have a Nice Trip! oggi vuole portarvi, 2 domande e 2 risposte.
La prima: la mescalina è un allucinogeno? Sì, molto particolare. Sarebbe meglio chiamarla sostanza psichedelica, perché altera la percezione sensoriale e “espande la mente”.
La seconda domanda: Il peyote, il cactus il cui principio attivo principale è la mescalina, è anch’esso un allucinogeno o una sostanza psichedelica? La risposta più corretta a questa domanda non è sì e nemmeno no. Il peyote è semplicemente un’altra cosa, inclassificabile con criteri qualitativi che descrivano un effetto di una sostanza.
All’interno di un rituale, il consumo del peyote provoca in chi lo assume un’esperienza completamente diversa rispetto al suo consumo in altri contesti e in altre modalità, come assumenre la mescalina pura.
L’esperienza di Castaneda, la prima che abbiamo letto, quella in cui lui vede e sente il Mescalito prendendo il peyote all’interno del rituale, è originale rispetto alle altre esperienze che vi abbiamo esposto oggi.
Anche Castaneda, durante il suo trip, ha visto cose che non esistono nella realtà fisica, come Mitchel e Huxley. Che appartengono ad una realtà mentale, forse addirittura una realtà spirituale, lontanissima da quella captabile con i nostri classici 5 sensi, o meglio, dall’uso abituale che facciamo dei nostri 5 sensi.
L’originalità dell’esperienza di Castaneda non sta solamente nel vedere se stesso nel viaggio psichedelico, o nella rivelazione personale data dal Mescalito. L’originalità del trip sta nell’interazione con il trip stesso, cioè dalla partecipazione concreta di Castaneda nell’esperienza del viaggio. Al contrario, Huxley e Mitchel descrivono la loro esperienza come una pura contemplazione, una profondissima contemplazione davanti ad uno spettacolo incredibile.
E’ su questa cosa che Have a Nice Trip oggi vuole farvi riflettere.
L’interazione è l’originalità e la completezza di un viaggio psichedelico, una costruzione di una realtà in cui il viaggiatore è attore principale e non è solo un passivo spettatore di una bellissima rappresentazione.
Il rituale porta l’esperienza di viaggio su altro piano rispetto a quella che avviene fuori da esso.
Può sorgere un dubbio. La mescalina allora non apre le porte della percezione come suggerisce Huxley? Sì, la mescalina apre le porte della percezione, una percezione della realtà diversa da quella abituale, ma come le aprono l’LSD, la ketamina, le metamfetamine, la marijuana, la coca, l’oppio, l’eroina, ma anche il caffè, l’alcool e la nicotina…potrei andare avanti all’infinito.
Il punto principale che non dobbiamo mai perdere di vista è l’importanza delle modalità di assunzione dei principi attivi perché determinano la qualità del trip.